L’arbitrato internazionale societario rappresenta un tema tanto interessante quanto sovente negletto dalla nostra dottrina. Rari pure i precedenti giurisprudenziali: ad oggi, anzi, non ne consta alcuno edito.
Una precisazione terminologica innanzi tutto si impone: per arbitrato internazionale societario si intende in questo scritto un arbitrato con sede all’estero ricadente nell’ambito di applicazione dell’art. 34 d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 5.
Non sono così infrequenti i casi in cui esso trova, o può trovare, applicazione. Si pensi al riguardo all’ipotesi di società costituita in Italia e che rappresenti il veicolo di investimento (anche) di soggetto straniero. Ebbene, non è così peregrina l’ipotesi che questo investitore straniero desideri devolvere le eventuali controversie societarie (magari con un co-investitore invece italiano, o con gli amministratori della società) a un procedimento arbitrale con sede all’estero, magari un procedimento arbitrale amministrato all’estero.
Sinora sul tema potevano leggersi gli interessanti contributi di Giardina e Benedettelli. Ora ad essi si aggiunge una recente pronunzia della Corte di Appello di Genova: la n. 649 del 9 luglio 2020 (disponibile qui).
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