Tribunale di Terni, 14 giugno 2019, n. 493
Massima
L’indagine sulla validità e sulla portata di una clausola compromissoria si risolve sempre nella ricerca di quell’effetto di diritto processuale, che le è connaturale ed esclusivo, di sottrarre al giudice ordinario la cognizione di una o più controversie di diritto sostanziale, con la conseguente attribuzione di esse al giudice privato. Ne deriva che, trattandosi di indagine che involge una questione di competenza, come sarebbe improponibile davanti a qualsiasi giudice una questione generica e astratta di competenza senza la contemporanea deduzione di una controversia di diritto sostanziale, in riferimento alla quale occorra risolvere il dubbio sulla scelta del giudice che dovrà conoscerne, così non può ammettersi un giudizio di mero accertamento sulla validità e sulla portata di detta clausola, non potendo la decisione sul punto acquistare autorità di giudicato indipendentemente dalla pronuncia sulla competenza a provvedere in ordine alla domanda di diritto sostanziale. Un’azione di mero accertamento sulla validità e sulla portata della clausola compromissoria sarebbe, cioè, priva di interesse, in quanto condurrebbe ad una generica affermazione di competenza sfornita di efficacia preclusiva per il giudice che fosse chiamato successivamente a provvedere su una domanda determinata e che sarebbe, anzitutto, giudice della propria competenza.
Note Metodologiche
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