Pillole di arbitrato

Roberto Oliva

Uno degli obiettivi che animano questo blog è quello di diffondere nel nostro Paese la conoscenza dello strumento arbitrale, nell’auspicio che questa aumentata conoscenza possa contribuire a incrementare la sua diffusione.

Sappiamo quanti procedimenti arbitrali amministrati vengono iniziati ogni anno in Italia e, sia pure con una certa approssimazione, possiamo stimare quanti siano i procedimenti arbitrali ad hoc

Da questi dati emerge che la stragrande maggioranza delle controversie astrattamente arbitrabili, in materia civile e commerciale, vengono promosse avanti il Giudice statuale.

Questo anche per una serie di pregiudizi sull’arbitrato: innanzi tutto sui suoi costi, che lo renderebbero inadatto a liti di valore non elevato; e pure sulla complessità della sua disciplina, che potrebbe rappresentare una ulteriore complicazione a carico delle parti.

Per sfatare, o almeno tentare di sfatare questi pregiudizi, all’iniziativa del blog si affianca ora una rubrica radiofonica, Pillole di arbitrato, trasmessa dai microfoni di IusLaw WebRadio.

Ho già parlato, in questa rubrica lanciata a ottobre, dei costi dell’arbitrato, dimostrando – almeno spero – che l’arbitrato non è così caro come si pensa, e anzi è quasi sempre più conveniente del giudizio statuale, se si tengono in considerazione tutti i fattori in gioco e, in primo luogo, il valore del tempo.

Ho poi trattato quattro argomenti che, secondo le statistiche di questo blog, sono tra quelli che maggiormente interessano i miei lettori: il rapporto tra arbitrato e procedimento monitorio e quello tra arbitrato e fallimento; i riflessi sulla clausola compromissoria della disciplina di cui all’art. 1341 cod. civ. e la legge di circolazione della clausola compromissoria in caso di cessione di credito. 

Il nuovo anno inizierà invece parlando di arbitrato amministrato.

Nel frattempo, invio a tutti i miei lettori i migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo!

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